Ha fatto della propria vita:
“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Aveva fondato a Zugliano
il Centro di accoglienza e di promozione culturale “Ernesto Balducci”.
Ci ha lasciato a metà maggio 2022.

A volte, quando parlava, sembrava che il cuore ti rimbombasse di gioia, di voglia di vivere. Trasmetteva spesso quella “carica” interiore, quasi sempre indispensabile per andare avanti nella vita.
Possedeva la dote di spiegare le cose, anche le più difficili, con una semplicità incredibile. Credo che, durante la sua vita, abbia sempre amato far conoscere, non tanto con le parole quanto con i fatti concreti, il significato di: accoglienza, condivisione, pace, non violenza, giustizia. Era di un’umanità incredibile, manifestata ogni giorno come prete, come insegnante di teologia, ma, innanzitutto, come persona. Tra le tante opere, ha fondato e diretto per molti anni il Centro di accoglienza e di promozione culturale “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine). Centro che dal 1989 offre ospitalità a immigrati, profughi e rifugiati politici, oltre ad essere diventato, negli anni, un luogo di interscambio culturale per una marea di persone di tutto il mondo. Non da ultimo, è stato autore di diversi libri come: “Io credo: Dialogo tra un’atea e un prete”, “Compagni di strada”, “Fuori dal tempio: la chiesa al servizio dell’umanità”, “Non girarti dall’altra parte – le sfide dell’accoglienza”; “In cammino con i popoli della Terra”, ecc…

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Vi sto parlando di don Pierluigi Di Piazza, scomparso quasi all’improvviso a metà maggio 2022.
Molteplici sono state le presentazioni di libri, scritti da personaggi famosi che si sono tenute al Centro “Ernesto Balducci”. Per citarne alcune: “Rosa e noir sul grande fiume” di William Bertoia; “Un soffio di umanità: viaggio in Kenya nel cuore del volontariato” di Giuseppe Ragogna; “Si fa presto a dire famiglia” di Melita Cavallo e tantissimi altri ancora, come don Ciotti, Vito Mancuso, Massimo Cacciari.

Io ho avuto la gran fortuna di conoscerlo durante un matrimonio di due miei colleghi di Futura, nel maggio 2008. Matrimonio celebrato proprio da don Pierluigi. Mi colpì subito il modo con cui aveva impostato l’omelia: nel commentare il Vangelo con semplicità, aveva coinvolto nel dialogo sia gli Sposi, che tutti noi presenti.
Stessa cosa si era ripetuta poi durante la celebrazione del battesimo di uno dei loro figli. In questa seconda occasione, feci un breve intervento anch’io, apprezzato da tutti, in particolare da questo eccezionale prete di frontiera. Di lui mi ha sempre colpito, infatti, la determinazione costante nel sostenere che ci si debba aprire al dialogo con religioni e culture, accogliendo ogni diversità e rispettando la libertà della persona. Nel ricercare la verità e la pace con chiunque e ovunque.

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Tutta la mia stima nei confronti di don Pierluigi iniziò da quel matrimonio per poi aumentare nel tempo. Penso che, come me, la stragrande maggioranza della gente, che lo ha conosciuto, abbia provato il medesimo sentimento.

Se desiderate saperne di più sul Centro Balducci e, in particolare su don Pierluigi Di Piazza – uomo che ha voluto abbracciare tutte le diversità del mondo a casa sua – vi invito a visitare il sito:
www.centrobalducci.org

Articolo a cura di Paolo Belluzzo
paolobelluzzo@futuracoopsociale.it