“Sulle mie gambe” è il nuovo libro di Paolo Belluzzo: una testimonianza del lungo percorso per la conquista del diritto di essere se stessi, attraverso la disabilità e la malattia. «Se sono qua è perchè ho sempre voluto di più».
Il progetto è sostenuto da Bcc Pordenonese Monsile, Maglificio MaRe, Consorzio per lo sviluppo economico Ponte Rosso Tagliamento, Lito Immagine di Rodeano Alto e Fondazione Friuli. Le vendite a sostegno dei percorsi di inclusione sociale di Futura.
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«Nonostante tutto ho avuto la possibilità di vivere e di percorrere la strada che ho voluto, di sbagliarla e poi ritrovarla, di arrivare oggi ad avere la voglia di cercare ancora nuove direzioni. Mi è capitato tutto quello che è normale che capiti: diventare grande, perdere i genitori, avere bisogno di una casa, di amici, di aiuto, di andare a scuola e cercare lavoro. Alla fine, mi sono anche ammalato. Una vita normale, no?».

Sono queste le parole con cui Paolo Belluzzo, storico dipendente con disabilità della cooperativa sociale Futura, presenta il suo nuovo libro autobiografico “Sulle mie gambe”. A distanza di 25 anni dalla prima pubblicazione autoprodotta, torna a occuparsi di un tema particolarmente sentito, l’autonomia e l’autodeterminazione della persona fragile, e per farlo ha scelto di raccontare il proprio percorso di crescita attraverso l’esperienza della malattia. «È vero che è stato più faticoso per me piuttosto che per una persona che non ha alcuna disabilità, – spiega nell’introduzione – ma questo non vuol dire che io debba rassegnarmi a raccogliere le briciole. È per questo che mi piacerebbe raccontare la mia esperienza, per me è un po’ come rendere conto di qualcosa che ti è stato affidato. A un certo punto ti viene chiesto: hai fatto buon uso della vita che ti è stata concessa? Mica la rivolgono agli altri quella domanda».

«È per questo che mi piacerebbe raccontare la mia esperienza, per me è un po’ come rendere conto di qualcosa che ti è stato affidato. A un certo punto ti viene chiesto: hai fatto buon uso della vita che ti è stata concessa? Mica la rivolgono agli altri quella domanda»
– Paolo Belluzzo, autore di “Sulle mie gambe”

Paolo Belluzzo si muove con una carrozzina elettrica e comunica grazie a una tavoletta su cui sono stampate le lettere dell’alfabeto. Lavora a Futura dal 1991, prima come impaginatore grafico, poi come redattore. Durante i giorni in ospedale, in attesa dell’operazione chirurgica che avrebbe potuto salvargli la vita dopo la scoperta di un tumore all’esofago, Paolo racconta il lungo viaggio verso la conquista della propria autonomia, dalla morte della madre alla volontà di scegliere in che direzione compiere ogni singolo passo della propria vita. Capace di andare avanti, cioè, sulle proprie gambe: esattamente come recita il titolo del libro che, in copertina, è accompagnato da un’illustrazione realizzata da Patrizia Geremia che rappresenta le gambe di Paolo seduto sulla carrozzina a rotelle. Il messaggio è chiaro: la disabilità non è un limite alla possibilità di essere se stessi.

Paolo Belluzzo durante una riunione della redazione FuturaNews, con il redattore Marco Zago

«Il senso della storia non è mai stato la sconfitta della malattia, bensì il superamento della disabilità come stigma grazie alla forza della personalità di Paolo che è riuscito a non arrendersi mai e a far prevalere sempre i suoi desideri e i bisogni profondi»
– Francesca Benvenuto, responsabile editoriale Futura Edizioni

“Sulle mie gambe” è stato pubblicato da Futura Edizioni, la casa editrice della cooperativa sociale sanvitese, ed è scritto e curato da Francesca Benvenuto, collega e amica di Paolo Belluzzo. «Lui raccontava e io scrivevo. Abbiamo scelto di concludere il racconto la sera prima dell’intervento – spiega Benvenuto, che è anche responsabile della casa editrice – perché il senso della storia non è mai stato la sconfitta della malattia, bensì il superamento della disabilità come stigma grazie alla forza della personalità di Paolo che è riuscito a non arrendersi mai e a far prevalere sempre i suoi desideri e i bisogni profondi». Il testo è accompagnato dagli interventi delle persone che più di altri sono state coinvolte in questo cammino: Roberto Bigai, medico anestesista che per primo non si è arreso alla diagnosi di tumore; Roberto Petri, primario del reparto di terapia semi-intensiva di Udine che insieme alla sua equipe ha scelto di tentare la via dell’intervento chirurgico; Giuliana Cinelli, amministratrice di sostegno che si è fatta carico della responsabilità di tutelare i diritti e le volontà di una persona con una grave disabilità; Gianluca Pavan, presidente della cooperativa sociale Futura e soprattutto amico e compaesano di Paolo da sempre presente nella sua storia.

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Paolo Belluzzo insieme al presidente di Futura Gianluca Pavan

Il progetto è sostenuto dal Maglificio MaRe, dalla BCC Pordenone Monsile, dal Consorzio per lo Sviluppo Economico Locale Ponte Rosso Tagliamento, dalla tipografia Lito Immagine di Rodeano Alto e dalla Fondazione Friuli.
Le vendite andranno a favore dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone con disabilità di Futura. 

Il libro sarà presentato in settembre e distribuito in libreria e durante le presentazioni. Della pubblicazione si è fatta carico la cooperativa sanvitese grazie anche al supporto di alcuni sponsor che hanno voluto sostenere l’iniziativa: Maglificio MaRe, BCC Pordenonese e Monsile, Consorzio per lo Sviluppo Economico Locale Ponte Rosso Tagliamento, Lito Immagine di Rodeano Alto e Fondazione Friuli. Le vendite andranno a favore dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone con disabilità di Futura.

Paolo Belluzzo in smartworking durante il primo lockdown


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