Da oltre venticinque anni, la cooperativa sociale Futura crea nuovi posti di lavoro per disabili e persone svantaggiate all’interno de reparto di assemblaggio e confezionamento. Dal 2009, ha la sua sede all’interno della Zona Industriale Sanvitese Ponte Rosso dove occupa una trentina di persone con disabilità.
“Esattamente come qualsiasi altra azienda, lavoriamo per stare sul mercato, per mantenere i nostri posti di lavoro e magari anche per farli aumentare: solo che, a differenza degli altri, noi lo facciamo tutti insieme, veramente”. E per tutti insieme si intende che lavorano insieme sia persone normodotate che persone disabili o svantaggiate. Non per obbligo legislativo, come solitamente avviene per le aziende, ma per scelta, perché su questo principio si basa il lavoro quotidiano delle cooperative sociali che fanno inserimento lavorativo.
Postazioni, tavoli, viti e bulloni, materiali, scatole di ogni dimensione, macchinari, attrezzi e strumenti, muletto, e altro ancora, persone che lavorano sedute ai banchi, altre in piedi, altre ancora che spostano carichi da consegnare: un’immagine che non ha nulla di diverso da quello che si può vedere in qualsiasi reparto presente nelle tante aziende della zona industriale Ponte Rosso in cui anche Futura è insediata dal 2009. A prima occhiata, spesso non ci si accorge neppure che qui la differenza la fanno veramente le persone. “Attualmente – spiegano Alessandro Fabbro, 42 anni, responsabile della produzione, Dario Geromin, 40 anni, responsabile del reparto di assemblaggio – qui lavorano una trentina di persone, di queste 8 sono soci lavoratori svantaggiati e altre 21 seguono percorsi lavorativi inviati dai servizi sociali”.
Nel concreto, il reparto si occupa di assemblati di particolari per macchine tessili e di inscatolamenti di componenti per mobili. “Infatti – precisa Dario Geromin – attualmente lavoriamo per Savio Macchine Tessili di Pordenone, per la quale realizziamo l’assemblaggio di diverse parti meccaniche che diventano poi componenti di grandi macchinari dell’industria tessile. Da qualche anno lavoriamo, inoltre, per Viterie, una ditta fornitrice di viteria all’ingrosso vicina alla nostra sede, e per Startec, una ditta che produce macchine agricole a Sesto al Reghena”. Commesse di lavoro, dunque, come se ne vedono in qualsiasi altra azienda. “La nostra bravura – spiega Alessandro Fabbro – sta nello scindere le varie fasi di lavorazione in operazioni semplici e impiegare le persone più adatte a svolgerle. Come in una squadra di calcio bisogna mettere i difensori dietro e gli attaccanti in avanti, anche la nostra squadra se vuole vincere deve avere le persone giuste al posto giusto”.
Si tratta di strategie necessarie per poter inserire in modo efficace persone che in altri luoghi non avrebbero avuto possibilità di lavorare e che qui, invece, trovano spazi e tempi adatti alle loro abilità e personale specifico in grado di compiere anche un lavoro educativo ad hoc. Strategie, però, che vengono anche costantemente migliorate e affinate, perché non devono solo far fronte a esigenze di tipo sociale, ma anche economico: stare sul mercato nonostante anni di crisi e un cambiamento strutturale ancora in atto e che costringe continuamente a cambiare e a rinnovarsi. “Siamo cambiati e dobbiamo ancora cambiare, – ricorda ancora Fabbro – è una delle sfide che dobbiamo affrontare se vogliamo uscire dalle difficoltà. Oggi dobbiamo rinnovarci, aprirci anche a nuove lavorazioni e trovare altra clientela per incrementare il fatturato. È importante – conclude – rimanere uniti ed essere pronti ai sacrifici, per salvaguardare tutti insieme il posto di lavoro di tutti”.
Paolo Belluzzo
paolobelluzzo@futuracoopsociale.it